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Aiutiamo i ricchi: lettera (quasi) vera del signor Giulio

  • Immagine del redattore: Antonino Spoto
    Antonino Spoto
  • 30 dic 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Egregio signor Antonino

ho sentito che il signor Gentiloni ha chiesto al parlamento di spendere venti miliardi per salvare il MPS.

Una bella cifra, quasi mille euro a famiglia! Vorrei quindi pregarla di chiedere al signor Gentiloni se può aggiungere al salvataggio del MPS anche il salvataggio del MPR. Bastano 100.000 euro, una cifra insignificante, meno di un centesimo a famiglia.

Cos’è? Glielo dico subito. È il Monte dei Pazzi di Roccasecca, la pizzeria che ho avviato qualche anno fa, che purtroppo non va bene. Senza l’aiuto del signor Gentiloni il MPR - proprio come il MPS - dovrà chiudere. A prima vista la mia richiesta le sembrarà ingiustificata; ma, se mi lascia spiegare, vedrà che non lo è più di quella del MPS.

I padroni dell’MPS (Comune, Provincia, Camera di commercio, Università e Curia di Siena, nonché Regione Toscana) hanno dilapidato un patrimonio che non era loro, per dare incarichi bislacchi a sé stessi, prestiti improbabili agli amici e posti di lavoro ben remunerati alle clientele elettorali.

Io ho perso solo soldi della mia famiglia, cercando di far funzionare un’attività con cui guadagnarmi da vivere. E non fosse stato per tutte quelle tasse di cui il signor Gentiloni e i suoi amici avevano sempre tanto bisogno …

Dicono che bisogna salvare il MPS perché altrimenti scoppia il panico bancario. Ma il signor Gigi - che è pensionato della Banca d’Italia - mi ha spiegato che per evitarlo basta garantire i correntisti; ciò che già si fa con l’assicurazione automatica sui depositi e con la garanzia di liquidità illimitata dalla BCE. Se chiude il MPR, invece, Gianni, Mauro e Silvestro – i miei fornitori – perdono vendite che li aiutano a tirare avanti.

Dicono che bisogna salvare il MPS perché, altrimenti, gli investitori perdono il loro denaro. Ma gli investitori hanno accettato il rischio e per ciò hanno ricevuto interessi alti. Se chiude il MPR, invece, mio zio Mauro perde il denaro che mi ha imprestato per la pizzeria e sul quale non ha preso interessi. E lo zio Mauro vive di una modesta pensione.

Dicono che bisogna salvare il MPS perché, altrimenti, gli impiegati perdono il posto. E certo mi dispiace. Perderebbero il posto il dottor Girelli e altri del MPS, che vengono in pizzeria alla domenica e per le feste, quando non sono via per lunghe ferie in paesi esotici o nelle seconde case al mare e in montagna. Ma se chiude la PMR, perdiamo il lavoro io, Peppino il pizzaiolo e Angela la cameriera. E tutti campiamo con una miseria mensile e lavoriamo alle domeniche e per le feste.

Insomma, signor Antonino, è una bella cosa salvare il MPS. Ma non è una bella cosa salvare anche il MPR?

Con speranza.

Giulio Aniti

Caro signor Giulio

per uno di quei meravigliosi fenomeni pseudoscientifici di cui sono pieni i finti documentari TV ho stabilito un contatto quantistico-magnetico-telepatico con il signor Gentiloni e sono miracolosamente in grado di riferire la risposta.

Egli concorda che in fatto di assurdità la sua richiesta non sopravanzi quella del MPS. Tuttavia, si trova costretto a rigettarla perché manca dei requisiti previsti dal RPNPI (Rigido Protocollo della Retorica Nazional Popolare Italiota).

Si premura però di suggerirle alcune modifiche che consentirebbero di considerare la richiesta con maggior favore.

  1. Finga di trasformare il MPR in un’associazione di apparente rilevanza nazionale. Per esempio un ente per la protezione e la promozione del valore culturale e artistico della secolare tradizione di pizza alla cera marinata in agrodolce tipica di Roccasecca di sotto. Non importa che la tradizione sia vera, basta che appaia alla moda.

  2. Preveda quante più cariche possibili (presidenti, direttori, consiglieri, ciambellani, cerimonieri, paggi e quant’altro) e collochi in dette cariche - con laute prebende - politici, notabili, esponenti del clero e uomini dello spettacolo (inclusi giornalisti d’avanspettacolo).

  3. Assuma qualche decina di migliaia di dipendenti. Non importa che lavorino davvero. Basta poter dire che, in caso di chiusura, migliaia di famiglie finirebbero sul lastrico.

  4. Non sia tirchio. Non stia a cincischiare con centomila euro. Ne spenda molti di più. Almeno 500 milioni. E faccia una richiesta di salvataggio per 1 miliardo, così da avere una riserva con cui premiare gli amici.

Come vede il signor Gentiloni la ha gratificata di consigli preziosi e franchi.

Per parte mia posso anche rassicurarla sulla reazione degli italiani. Faccia la sua richiesta uguale a quella del MPS. Preveda che il suo bel miliarduccio sia portato direttamente in aumento del debito pubblico. Anzi faccia meglio del MPS.

Aggiunga qualche decina di milioni (sempre ad aumento del debito) da usare per distribuire qualche lecca-lecca.

Confido che molti italiani - con la cultura economica che li distingue - non sospetteranno neppure che quei soldi, prima o poi, saranno tirati fuori dalle loro tasche. Si porranno a ciucciare come bambini felici e non penseranno ad altro.

Con i migliori auguri.

Antonino Spoto

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Nel poema di Ariosto Astolfo va sulla luna per recuperare il senno perduto di Orlando. La razionalità è il filo conduttore del blog, diario di idee e letture, in cui prendo spunto da questioni di cultura, società e costume, per segnalare quelli che mi sembrano vizi del pensiero, mancanze di raziocinio.

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