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Il muro e la logica

  • Immagine del redattore: Antonino Spoto
    Antonino Spoto
  • 19 nov 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Giornali e social parlano molto e con grande orrore del progetto di un muro al confine col Messico. Trovo brutti i muri, ma non capisco lo sdegno. Il muro impedirebbe l’entrata di immigrati senza permesso. E allora? Praticamente tutti i paesi al mondo impediscono l’ingresso agli stranieri senza visto. Per farlo presidiano porti, aeroporti, stazioni e valichi di frontiera; e pattugliano coste e linee di confine. Il muro sarebbe solo uno strumento in più; una sorta di vigilanza fisica permanente.

Certo si può discutere della opportunità di spendere i soldi in tal modo o, che so io, del pregiudizio per il paesaggio. Ma non pare che i commenti sdegnati si riferiscano a questo. Pare che del muro contestino la funzione stessa. Coerenza vorrebbe che proponessero l’ingresso libero per tutti; ma sanno che non sarebbe sostenibile. Scelgono la doppiezza: avere i divieti, ma non darsi troppa pena di applicarli? Sarà che gli immigrati li preferiscono proprio così, clandestini?

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Nel poema di Ariosto Astolfo va sulla luna per recuperare il senno perduto di Orlando. La razionalità è il filo conduttore del blog, diario di idee e letture, in cui prendo spunto da questioni di cultura, società e costume, per segnalare quelli che mi sembrano vizi del pensiero, mancanze di raziocinio.

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